Autopoiesi e cognizione. Auto-organizzazione degli organismi biologici.

Un brano estratto alla fine della HOMEPAGE del SITO BLOG:

Una delle proprietà emergenti più significative, dell’interazione strutturale complessa, è sicuramente l’auto-organizzazione degli organismi biologici, che Maturana e Varela chiamano autopoiesi, e che insieme alla cognizione fanno si che si realizzi la vita biologica. Maturana e Valera, su questo argomento, hanno pubblicato un libro dal titolo “Autopoiesi e cognizione. La realizzazione del vivente“. In questo libro, gli autori  spiegano i sistemi viventi come sistemi che si auto-producono (autopoietici) e la cognizione come il processo che caratterizza questa auto-produzione (autopoiesi). Ma è anche un libro di teoria dei sistemi che presenta una nuova nozione di sistema auto-referenziale, organizzativamente chiuso, che compensa le perturbazioni provocate dall’ambiente per conservare la sua organizzazione, ma le cui trasformazioni non sono funzione degli stimoli dell’ambiente. Ed è infine un libro di filosofia che propone un originale approccio fenomenologico alla cognizione, in cui una chiara e rigorosa sistematizzazione della relazione che lega osservatore e sistema osservato consente di distinguere ciò che caratterizza tale relazione da ciò che è costitutivo del sistema osservato; ma è soprattutto un libro che apre nuovi orizzonti nell’analisi della complessità dei sistemi viventi, siano essi cellule, comunità di insetti sociali o società di uomini, e nella fondazione biologica della conoscenza; esso ha influenzato pensatori di primaria grandezza nelle scienze umane da Luhmann a Morin, da Winograd a Flores, da Watzlawick a Munari. E’ questa ricchezza di temi e di livelli di lettura che lo rende ancor oggi un testo irrinunciabile per chiunque sia interessato ai nuovi paradigmi del sapere. E’ un’opera che offre a tutti coloro che seguono con interesse il dibattito sulla complessità che attraversa discipline diverse quali la biologia, la psicologia, la sociologia, l’informatica, la teoria dell’organizzazione, un punto di vista nuovo e vigoroso.

Nella conferenza del 24 Maggio 2014, di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente, il Prof. Luigi Luisi, si sofferma proprio sull’autopoiesi, sottolineando che la vita, in un organismo vivente (e anche in un microbo monocellulare), non è una proprietà localizzata, ma distribuita, e ogni singolo componente (o reazione chimica che avviene all’interno) viene influenzato da altri e a sua volta influenza altri. Un po’ come il concetto buddista di vacuo (mancante di qualcosa), nel senso che ogni cosa ha bisogno di una sua casualità. Inoltre l’attività principale di una cellula (o di un intero organismo complesso) è quella di mantenere la propria individualità, a dispetto del gran numero di trasformazioni interne; e questo lo fa attraverso un processo di rigenerazione interna, detto appunto autopoiesi, e la cellula rifà tutto quello che viene consumato, ovviamente a spese di energia presa dal di fuori. Quindi ogni organismo vivente può essere visto come una fabbrica che si rifà dal di dentro.
Un altro aspetto non meno importante è che un organismo vivente interagisce con l’ambiente, e per farlo deve avere una certa capacità cognitiva. Dall’interazione cognitiva tra il vivente e l’ambiente, ne scaturisce una CO-EMERGENZA, basata sulla cognizione. E questo, a detta di Maturana e Varela, produce una rappresentazione del mondo diversa da organismo ad organismo. Ogni organismo vivente è dunque anche un organismo cognitivo, perché l’evoluzione lo ha dotato di un insieme sensoriale, che gli permette questa interazione con l’ambiente.
Riporto un estratto di un libro di Maturana e Varela sull’argomento, che trovo molto interessante:

“L’accoppiamento strutturale dei sistemi umani avviene all’interno dei domini linguistici, intesi come l’insieme di tutti i comportamenti linguistici di un organismo. È attraverso questa elaborazione dell’accoppiamento strutturale che diviene possibile fare distinzioni e dar forma a vita agli oggetti. Dunque, le osservazioni compiute da un individuo (ogni organismo capace di fare distinzioni è un osservatore) non possono cogliere verità oggettive sul mondo, perché esse sono sempre soltanto interazioni fra la struttura dell’organismo osservatore e il suo medium.
Ciò che per Maturana e Varela diviene importante capire è che la percezione non è e non può mai essere oggettiva, quindi tutte le osservazioni hanno uguale validità, anche gli elefanti rosa che l’alcolista vede nelle sue allucinazioni. Ne consegue che, in quanto essere umani, abitiamo in un Multiverso più che in un universo. Cioè, ognuna delle molteplici distinzioni che creiamo nella nostra interazione strutturale con l’ambiente è assolutamente legittima e non in contraddizione con altre distinzioni tracciate dallo stesso o da un altro sistema vivente.
Gli studi di Maturana e Varela, a detta degli stessi autori, portano con sé un obbligo morale, ossia il ricordarsi sempre che la certezza di un’obiettività e di un’oggettività è una tentazione cui non bisogna indulgere e che quindi il mondo che ciascuno di noi vede non è il mondo ma solo un mondo con cui veniamo a contatto insieme ad altri:
[…] farsi veramente carico della struttura biologica e sociale dell’essere umano […] ammettere che il nostro punto di vista è il risultato di un accoppiamento strutturale in un dominio di esperienza valido tanto quanto quelli del nostro interlocutore, anche se il suo ci appare meno desiderabile. […] guardare l’altro come uno uguale a noi, in un atto che generalmente chiamiamo di amore. [H. Maturana e F. Varela, 1987, pagg. 203-204]“

Per concludere, voglio evidenziare che una comunità di insetti sociali, come api, formiche e termiti, si comporta nel suo insieme come un unico organismo autopoietico, dotato di una cognizione collettiva (o di intelligenza collettiva) non localizzata. Infatti, non vi è un progettista e nemmeno un direttore dei lavori, e l’accoppiamento strutturale delle interazioni dei singoli individui della comunità, genera, come emergenza, questa cognizione necessaria per interagire con l’ambiente.
Questo concetto, è anche alla base della mia teoria della RETE DEGLI INCONSCI.

La mente umana (autocoscienza ed inconscio) è, sotto questa visione, sempre una proprietà emergente, dell’interazione del cervello, dell’organismo e dell’ambiente, relativamente più complessa della cognizione.

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filosofo evoluzionista
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